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"Sabbie del Paradiso" di Levi Pinfold, Orecchio Acerbo 2022 |
Qualche settimana fa, sono andata in libreria e ho
acquistato questo albo. Me lo sono regalato, perché ero rimasta molto colpita
da una prima sfogliata iniziale, ma col periodo di Natale in mezzo e tante
altre cose, l’ho letto una sola volta e poi l’ho lasciato sullo scaffale. Avevo
intenzione di dedicargli un post, ma non sapevo bene da che parte iniziare,
perchè da subito, mi sono resa conto non fosse semplice parlarne.
Iniziamo col dire che Levi Pinfold, ai miei occhi è sempre
stato un artista abbastanza singolare e di talento: in “Cane nero” e “La
stagione dei frutti magici” (come pure per questo libro), mi sono sempre
sentita trasportata in atmosfere oniriche e surreali, dove però, c’era sempre
un sottotono grottesco e cupo, quasi dark. Queste piccole e impercettibili
sfumature inquietanti, però, venivano sempre stemperate dalla narrazione, che
in fondo ci voleva presentare una fiaba moderna e sognante. In Sabbie del
paradiso, la sensazione rassicurante, nonostante un apparente lieto fine, mi è
venuta a mancare e ha lasciato spazio a un qualcosa che non so ben definire, ma
che si trova decisamente all’opposto della spensieratezza e della leggerezza.
Pinfold ha saputo trasmettere tutto questo con un talento eccezionale, con una
grande coerenza tra testo e immagini, che sono protagoniste assolute di questo
racconto e ci dimostrano prepotentemente che Pinfold, come illustratore, si è
superato ed è passato ad un livello superiore, con tavole da mozzare il fiato e
ci fanno provare un’esperienza quasi “cinematografica”.
Sabbie del Paradiso, fondamentalmente, è una solenne ed
elegante favola moderna che, a mio personalissimo giudizio, per essere
pienamente apprezzata, richiede una lettura adulta. Il racconto in sé, non è
rivoluzionario e ricorda favole antiche e passi della mitologia classica, però
funziona benissimo, forse proprio perché sostenuto dallo straordinario talento
artistico.
La sinossi (spoiler alert!) è questa: quattro fratelli, che
vivono in una regione calda e arida, si mettono in macchina per andare a
visitare la la loro madre. Nei loro ricordi e scherzi, vive una filastrocca che
narra della leggenda di un Tesoriere che imprigiona chi si ferma a trovare
ristoro presso la sua reggia. Lungo il tragitto, la sorellina più piccola,
chiede ai fratelli di fare una sosta per cogliere dei fiori da portare in dono
alla madre. E’ qui che come per incanto, nell’arido deserto, appaiono una
fontana e un imponente e magnifico palazzo (e qui abbiamo una citazione a
“L’isola dei morti” di Arnold Bocklin, proprio come in “L’isola delle Ombre” di
Calì e Palmarucci. Nei commenti vi metto il link a quel post) dove i ragazzi,
noncuranti degli avvertimenti della sorella, entrano e trovano cibo e ristoro
dalla calura. Pare che la leggenda della filastrocca si stia avverando e,
infatti, il Tesoriere appare alla ragazzina, sotto le sembianze di un
gigantesco e solenne leone che le propone un patto: potrà salvare i suoi
fratelli, a condizione che per tre giorni interi, non mangi e non beve
assolutamente nulla. La giovane accetta e mantiene fede al patto; al termine
dei tre giorni, i fratelli vengono liberati, il palazzo, il Tesoriere e tutto
quanto, spariscono in una tempesta di sabbia e i ragazzi, si risvegliano ignari
dell’accaduto. I fratelli si rimettono in viaggio e arrivano dalla madre, che è
ricoverata in ospedale. Madre e figlia si abbracciano e, con una sola parola,
entrambe sanno cosa è successo veramente, perché a quanto sembra, questa è una
storia che si ripete.
Non amo parlare di albi illustrati
con l'unico scopo di leggerli ai bambini e questo, secondo me è uno di questi casi.
Non fraintendetemi: non è vietato leggerlo a un bambino, ma secondo me è un
libro che si apprezza con più maturità e consapevolezza. Ho provato a leggerlo
con mio figlio, che fa la seconda elementare, ed è un lettore/ascoltatore ben
rodato, anche su libri abbastanza complessi e di questo albo, mi ha detto che
ha faticato a farsi coinvolgere. Davanti ad alcune tavole, ha sgranato gli
occhi e a un certo punto ha anche detto “uoooooooo!!”; ma alla fine mi ha detto
chiaramente che ha trovato bellissime le illustrazioni, ma che la storia non
l’ha colpito particolarmente. Quindi, ecco…non è il primo libro che mi verrebbe
in mente per un bambino, ma è un libro davvero molto, molto bello, con un
valore artistico notevole e quindi, la scelta di leggerlo ad un lettore
giovanissimo, va delegata all’adulto. Stringendo: se è per voi, prendetelo
perché è una meraviglia, se lo prendete con alte aspettative per un bambino,
guardate ad altro.
SABBIE DEL PARADISO di Levi Pinfold , traduzione di Damiano Abeni (Orecchio Acerbo 2022) isbn 9788832070972
[Recensione scritta da A.Maggini per "L'Orto dei Libri"]
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