LA COSA NERA di Kiyo Tanaka è un bellissimo esempio di
accompagnamento nel percorso della ricerca spirituale attraverso l’albo
illustrato. Questa attività, non sempre è strettamente correlata alla
religione, ma spesso ha a che fare con un’importante lavoro di introspezione e
di definizione della propria identità. E’ una condizione che fin dalla tenera
età, ci mette in rapporto con un singolare “mistero”, una costante ricerca di
un “qualcosa” che possiamo trovare nello stupore, nella bellezza della natura e
nella produzione artistica dell’Uomo, sotto molteplici forme.
La bambina protagonista di questo incantevole libro di Kiyo
Tanaka, si imbatte in una curiosa e silenziosa figura completamente nera. Solo
la piccola pare vedere questo misterioso personaggio, che inizia a interagire e
con lei e la invita a seguirlo, per attraversare meravigliosi giardini
profumati, godere di momenti di silenzio sorseggiando del tè, contemplare la
bellezza del buio, ma soprattutto darsi alla pazza gioia in un giardino immerso
in una fiabesca atmosfera notturna. La bambina e la cosa nera, infine si
addormentano sereni sulla morbida e accogliente pelliccia di quello che pare
essere un enorme gatto appisolato. Questa immagine, mi ha ricordato la sequenza
del film “Il mio vicino Totoro” (1988) di Hayao Miyazaki, in cui la piccola Mei,
dopo aver seguito delle misteriose figure, si addormenta sulla pancia pelosa
del grande Totoro, uno spirito zoomorfo che preserva l’anima della foresta.
Nella semplice, ma intensa avventura restituita in “la cosa
nera”, ho visto anche qualche analogia con “nel paese dei mostri selvaggi” di
Maurice Sendak, perché anche se con modalità e particolari differenti, il
rapporto e l’avventura con creature fantastiche che conducono i protagonisti in
luoghi metaforici che rappresentano l’immaginazione rimangono. Entrambi ci
ricordano dell’importanza della fantasia dei bambini e di come questa diventi
per loro un luogo sicuro.
Sviluppare il rapporto con l’immaginazione, è fondamentale.
Nell’infanzia si gettano le basi e i primi contatti con quello
che in questo libro, è rappresentato dalla “cosa nera”; si tratta proprio di quel
mistero che ho citato in precedenza. Permettere ai bambini di esplorare e
prendere confidenza con opere artistiche, frequentare luoghi di cultura e
dargli la possibilità di avere accesso a libri di qualità, sono pratiche che
possono dare luogo a incontri di grande intensità, che non hanno nulla a che
fare con finalità didattiche o intellettuali, ma mettono il bambino nella
condizione di mettersi in relazione con la loro parte più intima; li si porta a
un’introspezione che svilupperà la loro curiosità e il loro bisogno di stimoli
culturali sarà sempre vivo. In maniera molto simile, il rapporto con la natura,
occupa la stessa importanza, anche per sviluppare doti di sensibilità, empatia
e capacità di osservazione.
(Post di Alice Maggini)
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